Angolo Terme - Guida Turistica

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.: DA VEDERE

La chiesa parrocchiale di S. Lorenzo contiene opere d’arte notevoli. Sono belle le porte esterne, soprattutto quella maggiore, intagliata da un anonimo artista del XVIII secolo, esperto nel comporre scene della vita di Gesù, sensibile anche al paesaggio che fa da sfondo alle formelle. L’interno contiene opere di Andrea Fantoni e della sua scuola. Bella la statua di S. Antonio di autore ignoto, deliziosa la soasa fantoniana che la circonda, dipinta a colori leggeri, con sfondi azzurri e verdini, oro negli ornamenti delicati, bianche le giovani donne, mosse e vivaci, gli angioletti a grappoli intorno ai capitelli nelle lesene laterali. Più realistiche due piccole statue di un altare laterale, S. Lorenzo e S. Carlo del Fantoni. Vezzoli, con l’abilità e la sensibilità che gli erano proprie, descrive il giovinetto Lorenzo naturale e spontaneo, quasi avvitato su se stesso in uno svolazzo di vesti, impacciato invece, curvo e striminzito il Borromeo, che appare stanco e teso con l’aureola che gli pesa sulla testa reclinata. Di un maestro della prima metà del secolo XVIII sono gli originali stalli del coro con i dodici apostoli e quattro scimmie, che sembrano tratte da un bestiario medioevale, dove stavano a significare i più bassi istinti umani.

Lungo la vecchia strada per la valle di Scalve sorge la chiesa di Santa Elisabetta edificata nel XV secolo, ma più volte modificata nel tempo. E’ molto semplice ma con il fascino delle cose antiche. Uno stupendo panorama si può ammirare dall’eremo di San Silvestro, ben restaurato, con un elegante porticato ad archi, bei portali in granito e finestre circondate d’arenaria rossa: esso sorge a mezza costa lungo la strada che porta al lago Moro, luogo suggestivo e di grande interesse scientifico per alcune sue caratteristiche peculiari, d’importanza europea. Il prof. Fontana, nel suo libro “Terra di Vallecamonica” dice: “La tradizione vuole che il vasto ambiente sotto il pronao dell’eremo fosse un cimitero degli appestati, che vi venivano calati da una botola posta davanti alla chiesa”.

.: LAGO MORO

Tra le colline di Rodino e delle Sorline, nascosto tra i pendii ed i boschi di Angolo e Anfurro, s'adagiano le acque del Lago Moro, un piccolo laghetto di 0,174 kmq che costituisce una perla preziosa del paesaggio angolese. La sua giacitura in una conca glaciale costituita da rocce quarzose bruno rossastre che possono essere all'origine del nome, fa si che il Lago Moro con i suoi 850 metri di lunghezza e la sua profondità (nel punto massimo supera i 40 m) sia subito dopo i tre maggiori laghi bresciani il più efficace documento della potenza di escavazione espressa dai ghiacciai nelle valli bresciane. Il lago è alimentato da un piccolo ruscello ma soprattutto da fredde sorgenti sublacustri di profondità. Ciò dà origine al singolare fenomeno della meromissi, ovvero del mancato rimescolamento della acque. Queste tendono a formare due strati: uno superficiale di circa 20 m che risente delle variazioni stagionali ed uno profondo dove le acque mantengono una temperatura costante attorno a 6° C. L'altitudine modesta del lago, m 380 s.l.m., consente in alcuni tratti delle sue sponde lo sviluppo della cannuccia di palude, mentre sui vicini versanti rocciosi meno soleggiati vegetano due rare felci: la Osmunda regalis ed il Blechnum spicans. Il laghetto ospita diverse specie di pesci tra le quali il Pesce persico, la Tinca, il Cavedano, la Carpa e l'Anguilla. Diviso tra due comuni bresciani, Angolo Terme e Darfo Boario Terme, il lago Moro, con il pittoresco abitato di Capo di Lago, è meta di quanti prediligono il silenzio e la distensione nelle stagioni meno calde, mentre d'estate è assai frequentato da quanti amano tuffarsi nello specchio lacustre o uscire per una gita in barca.